Sabato 8 giugno abbiamo fatto, come da programma e nell’ambito del percorso della cosiddetta “Corona delle Delizie”, la visita al Castello di Racconigi, seguita dalla visita al Santuario del Valinotto, alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie degli agostiniani, al Duomo e, infine, abbiamo fatto una passeggiata guidata nel centro storico di Carignano. Una bella giornata che ci ha fatto scoprire due siti assolutamente sconosciuti (la sorprendente Cappella della Visitazione al Santuario del Valinotto e la chiesa di S. Maria delle Grazie), aperti esclusivamente per noi.
Per questo, oltre a ringraziare la “nostra” guida di fiducia Michela Musso (che come al solito e anche di più!, ci ha incantato con i sui racconti), vogliamo ringraziare l’associazione dei volontari, nella persona di Paolo Castagno, che ci ha aperto in esclusiva le porte di questi siti, raccontandoci storie e aneddoti veramente interessanti. Proseguite la lettura aprendo le “linguette” e poi, naturalmente, ci sono le foto per le quali un grazie particolare va a PierCarlo Ferrero e Giampiero Ardissono.
- Castello di Racconigi
Nel corso della sua quasi millenaria storia ha visto numerosi rimaneggiamenti. Diventa proprietà dei Savoia a partire dalla seconda metà del XIV secolo. In seguito residenza ufficiale del ramo dei Savoia-Carignano e, successivamente, sede delle «Reali Villeggiature» della famiglia dei re di Sardegna (e poi d'Italia) nei mesi estivi e autunnali.
Noi abbiamo deciso di visitare l'interno, partendo naturalmente dal neoclassico Salone d'Ercole dedicato al suo mito con sculture che ne rappresentano le “fatiche”. Il salone è frutto dell’opera dell’architetto Giovanni Battista Borra e viene edificato nel 1757 al posto della precedente struttura medievale che fungeva da atrio. Utilizzato come salone delle feste e sala da ballo (con l’orchestra posizionata sulla “Loggia dei Musici”) ha ospitato re, regine e nobiltà vaia, nonché Nicola II, ultimo Zar di Russia. Michela ci ha descritto tutte le portate della cena di gala offerta dai Savoia in suo onore, portare esotiche unite a specialità più … piemontesi e, naturalmente, russe. Non mi ricordo niente ma, certamente, non una cena leggera, ecco!
Sarebbe qui troppo lungo e noioso descrivere tutta la visita, quindi tranquilli, non lo farò! Non si può però non citare l’architetto Pelagio Pelagi (1775-1860) e le sue “palmette stilizzate”; gli “appartamenti cinesi” tappezzati con carta di riso originariamente importata da Londra, Parigi e Bruxelles, ma in seguito prodotta anche in Piemonte; la “portantina femminile” ottocentesca di origine giapponese; la sala del bigliardo con splendidi e originalissimo segnapunti, gambe del tavolo a forma di leone aprendo la cui bocca si recuperavano le palle finite in buca; infine le splendide cucine, con il “gabbiotto del responsabile” che, attraverso un gioco di specchi, poteva controllare dalla sua postazione quel che succedeva nel grande spazio della cucina. Tutti uguali sti capi, sempre a controllare…
Un affaccio sul grande parco e poi via, si va a pranzo anche noi, che vedere ste cucine ci ha messo appetito.
- Santuario del Valinotto
Vicino a Carignano, in campagna, si trova il Santuario del Valinotto, dedicato alla Visitazione di Maria Vergine a Santa Elisabetta. Caratterizzato da una triplice cupola di notevole audacia e vivacità costruttiva, il santuario viene edificato nel 1738 per volere del banchiere e notaio Antonio Faccio, ed è opera giovanile dell'architetto Bernardo Antonio Vittone (1702 - 1770), ispirato dalla scuola guariniana e juvarriana della vicina Torino.
Quattro gli elementi che caratterizzano questa splendida cappella: Luce, Materia, Spazio e Religione. Personalmente sono stata impressionata soprattutto dalla luce, i cui giochi visibili internamente nonostante il cielo fosse piuttosto nuvolo, sono veramente spettacolari, anche e soprattutto grazie all’architettura interna ricca di prospettive geometriche a trompe-l’oeil contornati da meravigliosi affreschi di vari autori. Notevoli sono anche i due confessionali lignei aperti, con piedi caprini che recano due moniti: “Adesso sei libero dal peccato” e “Non peccare più”. In più il suono interno pare sia perfetto: il Vittone lavorò assieme a un architetto locale, il Galletto, particolarmente attento al suono.
La sagrestia conserva l'affresco della Madonna del Latte, raffigurante Maria che allatta al seno Gesù, una scena di nudo materno molto rara nella tradizione cattolica. Una parte della sagrestia è dedicata alla cappella degli esorcismi, con il ritratto di chi li praticava.
- Tour guidato di Carignano tra i piccoli gioielli architettonici della città
Carignano è uno dei comuni piemontesi più antichi dalle vicende molteplici: da feudo dei Vescovi di Torino e dei Principi di Acaja, a territorio concesso i al Principe Tommaso Francesco, capostipite del ramo Savoia-Carignano. Le sue strade raccontano una storia secolare fatta di palazzi medievali, edifici di culto sei e settecenteschi e una parziale vicenda industriale, ancora ravvisabile nel tracciato urbano.
Noi abbiamo visitato la chiesa Santa Maria delle Grazie degli Agostiniani, che contiene stucchi di notevole pregio di vari autori, dipinti di stile caravaggesco e un bassorilievo che rappresenta Libera Portoneri, amante del Duca di Savoia e madre di Renato “Gran Bastardo di Francia”, zio del Re di Francia Francesco I di cui, nella passeggiata, abbiamo potuto ammirare il palazzo.
Infine il Duomo, che si affaccia sull’antica piazza del mercato di fronte all’antico Palazzo della Comunità, sede del Consiglio Comunale fino al 1969. L’edificio attuale conserva ampi portici ed è il risultato finale degli interventi settecenteschi operati su una serie di edifici medioevali.
Il Duomo, con la sua facciata concava, è molto particolare e sontuoso. Costituito da un’unica navata, conta ben sei cappelle, e tutti gli altari sono contemporaneamente visibili. Le enormi colonne all’ingresso, che sembrano di marmo, sono invece solo… dipinte! Un contraltare ligneo (1756) raffigura uno scorcio della vecchia città dove è visibile il vecchio castello poi abbattuto. Nella sagrestia sono conservati, recuperati dalla Chiesa dei Martiri di Chieri, antichi mobili datati 1756, raffiguranti scene assai particolari: ad esempio un martire cristiano ucciso da una scimitarra conficcata nella testa, da un fuoco che lo brucia e da una freccia che lo trafigge ma che continua a mantenere alto il suo crocifisso. E proprio vero che quando c’è la fede… no, quella era la salute!
Bene, la nostra passeggiata è poi continuata a zonzo per Carignano, la cronaca è stata già sin troppo lunga ma, speriamo, non troppo noiosa. Nelle foto potrete guardare le cose descritte e, che dire, alla prossima!
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